Provate a pensare ad una sedia, ad una classica seduta tradizionale e di questa conservatene solo l’archetipo, l’identità.
Adesso, riempitela di cerniere in modo che si possa completamente chiudere e ridursi a pochi cm (1,5 per l’esattezza)…ecco, questa è la sedia Stitch disegnata dal designer australiano Adam Goodrum nel 2008 per Cappellini.
La sedia, è formata da pannelli di alluminio di soli 3 mm tagliati con laser e, per l’appunto, si richiude su se stessa occupando solo 15 mm.
Decisamente innovativa ed unica nel concept, la Stitch Chair di Adam Goodrum enfatizza l’idea di flessibilità d’uso: grazie alle sue innumerevoli cerniere si piega su sé stessa riducendo così drasticamente le proprie dimensioni per occupare il minimo spazio.
A tutti gli effetti, rappresenta un arredo duttile e leggero, facilmente trasportabile, e posizionabile in ogni contesto di spazio anche minimo.
Rispetto alle sedie pieghevoli, la sedia stitch si discosta completamente dalle precedenti soluzioni tecniche sul tema ad esempio, le cerniere sono collocate in posizione centrale e simmetrica su sedile e schienale e in corrispondenza delle gambe e questo consente, un appiattimento totale degli elementi.
Disponibile laccata lucida nei colori bianco, blu, giallo, grigio, rosso e nero oppure in versione multicolore in una combinazione fissa degli stessi colori è caratterizzata anche da piedini in polipropilene grigio antracite. I suoi vivaci colori, rappresentano l’omaggio del designer Adam Goodrum alle tavolozze dei colori Bauhaus che la fanno risaltare in qualsiasi ambiente.
In estrema sintesi, Stitch è una sedia nata da un approccio non convenzionale alla piegatura, con il fine di creare una versione che non assomigliasse a tutte le altre sedie pieghevoli sul mercato e che avesse la capacità di diventare completamente piatta.
La sedia Stitch a pieno titolo è già entrata nella collezione permanente del Moma di New York.
