BIOGRAFIA
Ludovico Magistretti, detto Vico, nasce a Milano nel 1920. Nel 1939 si iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico, dove si laurea nel 1945.
Inizia la sua attivitò professionale nello studio del padre, noto architetto.
Nel 1949 fonda Azucena insieme a Ignazio Gardella, Corradi Dell’Acqua e Luigi Caccia Dominioni. Negli anni cinquanta è attivo principalmente come architetto: per INA Casa partecipa all’impresa collettiva del QT8.
Progetta e realizza a Milano la Torre al parco e un palazzo per uffici in corso Europa.
Nel 1959 la sede del golf club di Carimate nei pressi di Milano: per il ristorante disegna la sedia Carimate che Cassina metterà in produzione nel 1962.
Sempre del 1959 è la casa Arosio di Arenzano. Dagli anni sessanta in poi attenderà in parallelo al progetto architettonico e al design per l’industria.
Alla lampada Eclisse viene assegnato net 1967 il Compasso d’Oro.
Sempre nel 1967, è eletto membro dell’Accademia di San Luca e successivamente del Royal College of Art di Londra, dove insegna quale visiting professor.
Nel 1986 è Gold Medal al SIAD di Londra.
Nel 1997 il Salone del Mobile di Milano gli dedica una mostra monografica. Muore a Milano nel 2006.
VICO MAGISTRETTI DESIGNER
“Disegnare per me è esprimere l’anima, l’essenza dell’oggetto”, e per questo toglieva e toglieva come uno scultore fino ad arrivare all’essenza dell’oggetto; con questo assioma è riuscito a segnare la via dell’Italian Design con semplicità ed eleganza.
Semplicità ed eleganza sono i due aggettivi che caratterizza la sua opera di designer e che plasmano gli oggetti diventati icone.
Le sue idee, sono talmente chiare nella testa che i progetti prendono vita naturalmente dai suoi appunti, talmente definite che riesce persino a trasmetterle al telefono.
Nonosatnte la semplicità e la sua modestia, Magistretti riesce a essere un rivoluzionario, specialmente nel campo del design.
“Io ho cominciato a fare il design perché avevo bisogno di oggetti per la mia casa” dichiarerà.
Da qui nasce il criterio Magistretti secondo il quale, l’effettiva bontà di un pezzo di design è rispondere affermativamente a una domanda: lo userei, quest’oggetto, per arredare casa mia?
Magistretti diventerà famoso da quando Cassina, nel 1963, comincerà a produrre la sedia Carimate 892 ancora oggi popolare.
Nel 1965 progetta la lampada da tavolo Eclisse per Artemide che ha segnato il mondo dell’illuminazione made in Italy (“anche per le scottature alle dita di qualche generazione”, sottolinea in molte interviste, sorridendo, Magistretti).
Il 1969 è l’anno delle sperimentazioni con la plastica, dalle quali nasce la sedia Selene per Artemide, la prima seduta italiana stampata ad iniezione in un unico pezzo e rieditata da Heller a partire dal 2014.
La sedia Selene è la dimostrazione dell’interesse di Vico per la grande serie e per la riproducibilità di un oggetto più che dall’unicità di un singolo pezzo.
In seguito è la volta di Maralunga, progettato nel 1973 per Cassina (premio Compasso d’oro nel 1979) e ancora tuttora a catalogo, è un divano caratterizzato dallo schienale pieghevole che permette di “trasformarsi”, offrendo il massimo comfort con la possibilità di ribaltare il poggiatesta per utilizzarlo a piacere nella sua versione bassa o alta.
Poi lampada Atollo per Oluce del 1977 è un altro esempio di schizzo progettuale realizzato esattamente come era stato pensato.
Atollo rispecchia perfettamente la filosofia di Magistretti: partendo da una idea forte il progetto, pur generato in un attimo, è curato in tutti i dettagli con estrema attenzione.
Nel 1979 Atollo di Vico Magistretti vinse il Compasso d’Oro ed entrò nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del design.
Altra sfida progettuale è quella che Vico Magistretti affronta nel campo del textile design. Inconfondibile per i suoi fiocchetti, il letto matrimoniale tessile Nathalie per Flou, estremamente attuale ancora oggi, è un progetto del 1978.
Altro progetto che utilizza il tessuto è quello della chaise-longue Sindbad del 1981 per Cassina: una poltrona compatta ed ergonomica che nasce dall’idea di un foglio piegato e sagomato inno alla semplicità sempre conclamata.
Magistretti ha sviluppato un linguaggio espressivo ed inconfondibile, caratterizzato da forme geometriche pure e composizioni essenziali, considerando l’oggetto come una risposta ad una necessità.
I progetti di Magistretti sono spogliati del superfluo ed estremamente contemporanei, a conferma che “un oggetto di buon design deve durare a lungo, 50 o anche 100 anni” come sosteneva lo stesso designer.
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