La sedia di cartone Spotty di Peter Murdoch

Tutto di questa sedia è giovanile: prima di tutto è stata realizzata in anticipo sui tempi, interamente di carta. In secondo luogo, la sua superficie è caratterizzata da un motivo colorato di grande effetto (a pois, da cui il nomo ingleso spotty), anche se a colpire di più è la carta, un materiale non propriamente da adulti e nemmeno tipico in una sedia.

Poi, il suo designer Peter Murdoch la progettò quando era ancora uno studento del Royal College of Art di Londra. Infine, la sua nascita all’inizio degli anni Sessanta ne fa a tutti gli effetti una figlia dei suoi tempi.

Per lo spirito che la anima, per i suoi materiali e la sua filosofia intrinseca una perfetta manifestazione dell’emergente cultura di massa del periodo.

In quel decennio, infatti, vennero messi prepotentemente in discussione i concetti di stabilità, longevità e status: la cultura di alto livello e quella più commerciale si fusero, dando vita alla Pop Art. Essere moderni, allora, significava essere prodotti in serie, istantanei, economici, leggeri, portatili e usa-e-getta.

Sulla base di simili presupposti, questa sedia incarna alla perfezione lo spirito del tempo.

Impacchettata piatta, la sedia era letteralmente l’equivalente del contenitore che avrebbe altrimenti potuto contenerla: era un foglio piatto di carta laminata, stampato e tagliato, piegato in una forma tridimensionale al pari di una qualsiasi scatola di cartone.

La laminazione avveniva utilizzando tre tipi di carta disposti in cinque strati e rivestiti da uno strato di polietilene.

Quando era piegata dava vita a una struttura robusta abbastanza da sostenere il peso di un bambino.

Era ideale per una produzione in grandi quantità e poteva essere realizzata con un unico macchinario al ritmo di una sedia al secondo.

Una volta aperte, invece, 800 sedie potevano occupare una pila alta soltanto 120 centimetri, e ciò le rendeva ovviamente molto efficienti e dal punto di vista dei trasporti e dell’immagazzinamento.

La sedia era venduta smontata, e questo consentiva di evitare la fase di montaggio e di conseguenza riduceva i costi di produzione.

Doveva pertanto essere semplicemente dispiegata dal cliente, senza la necessità di attrezzi o abilitå particolari.

A dispetto di tutto ciò, la Spotty non è stata un successo commerciale di lunga durata e la sua produzione è stata interrotta dopo pochi anni, anche se dal punto di vista della sua importanza storica rimane un design di tutto rilievo.

RispondiAnnulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.