Il contributo della Svezia al design di automobili è stato meno cospicuo di quello italiano o statunitense, ma nondimeno alcuni modelli hanno acquisito un loro status di classicità.
A tal proposito è significativo il lavoro svolto da Sixten Sason per la Saab, in special modo relativamente al design creati nell’immediato dopoguerra.
All’epoca la Saab era appena passata dal settore aeronautico a quello automobilistico, e la sua prima produzione postbellica era fortemente influenzati dal suo più recente background.
Sason, illustratore tecnico che lavorava come collaboratore freelance per l’azienda, fu convocato per creare un’estetica adeguata ai risultati raggiunti dalia Saab nel campo dell’aeronautica.
L’unione che ne derivò tra ingegneria aeronautica e qualità estetiche diede vita a una macchina rimarchevole, la Saab 92.
II primo prototipo di Saab 92 fu mostrato in anteprima alla stampa il 10 giugno 1947 anche se la produzione iniziò soltanto nel dicembre di due anni dopo.
Disegnata come un’ala d’aereo, questa vettura dalla forma palesemente aerodinamica era il prodotto di avanzati esperimenti nel settore e di una raffinata elaborazione formate.
Come alcuni dei suoi predecessori americani, designer quali Norman Bel Geddes, Sason eliminò dal suo progetto i parafanghi e tutte le altre possibili protuberanze per creare una carrozzeria affusolata.
La carrozzeria fu quindi caratterizzata da un retro molto scosceso, un cofano ricurvo e linee continue che univano la parte anteriore a quella posteriore per creare un tutt’uno.
I prototipi della Saab 92 si succedettero uno dietro l’altro dal 1946 in poi e i primi modelli in produzione apparvero in un caratteristico color verde bottiglia.
La collaborazione di Sason con la Saab durò fino al 1969, quando fu sostituito dal suo giovane collaboratore Björn Envall, che portò avanti la tradizione aziendale dell’unione fra precisione aerodinamica e stile di grande appeal.
La Saab 92 resta, tuttavia, uno dei risultati più radicali e rispettati della casa automobilistica svedese.