La lampada Gherpe di Superstudio

A Firenze nasce nel 1966 Superstudio, fondato da Natalini con l’amico Cristiano Toraldo di Francia, assieme a Frassinelli e i Magris.

L’evento che accompagna la nascita ufficiale del gruppo è la mostra Superarchitettura, organizzata dallo stesso Natalini a Pistoia assieme a Andrea Branzi che, proprio in questa occasione, assieme ad un gruppo di amici e colleghi “radicali” fonda il gruppo Archizoom.

Superstudio si concentra sulla progettazione di architetture e oggetti di arredo riconcettualizzati, fuori dagli schemi.

Il nome del gruppo deriva dal concetto stesso di Superarchitettura. I progetti del Superstudio trovano un ottimo veicolo di circolazione prima nella rivista Domus e poi in Casabella nel periodo in cui la direzione è di Alessandro Mendini (1970-77).

Nel 1972 arrivano a New York per l’esposizione Italy: The New Domestic Landscape, allestita al MoMa. Il gruppo si scioglie nel 1978.

Nel 1967, disegna per Poltronova la lampada Gherpe, che deve il suo nome ad un mostro immaginario che spaventa i bambini.

Con il suo design di ispirazione organica, stravolge la tipologia classica del lume da terra, e si presenta come un oggetto mutante e animalesco.

Il corpo è realizzato con lastre trasparenti di perspex, tagliate al laser e modellate a caldo, di colore bianco, rosso o rosa fluorescente.

Muovendo le grandi squame unite da un perno centrale, si può trasformare l’aspetto e modificare l’intensità luminosa.

Non appartiene alle tradizionali tipologie di apparecchi d’illuminazione da tavolo, sia per la sua forma, simile al guscio di una creatura marina, sia per i materiali di uso industriale, quali il metacrilato.

Rappresenta uno dei primi esempi di corpo illuminante interattivo che, grazie alla relazione con l’utente, è in grado di cambiare le tonalità: dalla luce bianca per illuminare a quella colorata per trasformare la percezione emotiva di un ambiente.

Una lampada che rievoca il clima sperimentale degli anni ’60.

La lampada Gherpe di Superstudio per Poltronova

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