La mostra MEMPHIS – Plastic Field a Venezia

Non avevo mai visto di persona la collezione Memphis, se non in una vetrina molti anni fa, la libreria Carlton di Ettore Sottsass. Ricordo l’inversione ad U, che feci in auto per andare a parcheggiare e correre a godermela.

Quindi quale occasione migliore di quella offerta dalla Fondazione Berengo di Venezia che dal 24 maggio al 25 novembre 2018, ospita a Palazzo Franchetti “MEMPHIS – Plastic Field“, mostra delle opere di design di Memphis?

Ci sono stato e che dire…una meraviglia. E’ veramente pazzesco vedere, come questi “oggetti moderni” dialogano con un Palazzo veneziano del 1400, tanto da esserne allo stesso tempo così avulsi ma perfettamente in sintonia. Ah, l’arte quale mistero e quale forza.

L’allestimento della mostra, reca l’autografo di Jean Blanchaert e Adriano Berengo, amici e collaboratori da più di quindici anni.

Proprio come negli anni ’80 quando i progettisti del collettivo Memphis sfidarono la moda minimalista dell’epoca con un design iconoclasta e variopinto di marcata ispirazione pop art questa volta il mobilio e l’oggettistica del movimento si staglia in contrasto al fondale storico di Palazzo Franchetti.

Cornice della mostra, un sottobosco di piante nere ideato per spegnere ogni tonalità circostante e incanalare l’attenzione dei visitatori sull’audace gamma di colori e forme che permise a Ettore Sottsass e agli altri co-fondatori di marcare un’impronta indelebile nel panorama del design mondiale del tempo.

L’esposizione offre al pubblico una selezione delle opere più celebri del collettivo, produzioni contemporanee delle loro forme primigenie ideate nel periodo 1981-1987.

Fra i pezzi in mostra, accanto a quelli di Sottsass si potranno ammirare i lavori firmati Zanini, De Lucchi, Zanuso jr, Bley, Bedin, Mendini, Mariscal, Kuramata, Cibic, Graves e Iosa Ghini, accanto a ceramiche di Thun, Taylor, Umeda, Sowden e Sanchez, argenti di Shire e Branzi e ai tappeti di Du Pasquier.

L’irriverenza intrinseca di Memphis traspare anche nella struttura della mostra, il cui allestimento a cura di IB Studio (Milano) riplasma la pianta di Palazzo Franchetti attraverso lo scheletro geometrico di Carlton, iconica libreria del 1981 autografata Sottsass e incarnazione dell’anima postmodernista del suo vissuto di designer.

Una sala a tema, volta a celebrare le sagome d’impatto e il ventaglio cromatico delle opere di vetro firmate Memphis, esprimerà l’impegno della Fondazione Berengo nel promuovere eleganza e versatilità dell’arte vetraria di Murano.

A partire dal 1989 infatti, Berengo Studio offre ad architetti, artisti e designers una fornace per l’esplorazione di questo raffinato medium e tramite il progetto Glasstress si è affermato come sinonimo di vetro artistico contemporaneo.

Accanto a “MEMPHIS – Plastic Field”, una gabbia dorata di oltre sette metri è pronta ad invadere il cortile di Palazzo Franchetti.

Si tratta di “Gilded Cage“, una delle nuove installazioni di maggior impatto dell’artista-attivista cinese Ai Weiwei, apparsa lo scorso autunno in Central Park a New York come parte della serie di opere pubbliche “Good Fences make Good Neighbors” volta a una campagna di sensibilizzazione sul tema della crisi globale dei rifugiati.

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