La Bone Chair di Joris Laarmann

La sedia Bone è ovviamente bella da vedere, ma la storia che c’è dietro a questa sedia è forse ancora più interessante.

Il design della Bone Chair è iniziato nel 1998, quando Adam Opel GmbH, una filiale tedesca della General Motors, ha sviluppato un nuovo software di imaging e simulazione con l’intento di creare un supporto motore più efficiente.

Lo scopo del software di progettazione del supporto motore era quello di fissare gli elementi specifici in posizione, fornendo allo stesso tempo una resistenza ottimale, utilizzando il minimo di materiali.

Ciò avviene creando un modello tridimensionale virtuale e simulando l’applicazione dello stress su punti specifici del progetto. Quindi l’algoritmo rimuove tutto il materiale che non è necessariamente necessario, senza indebolire la parte.

Ciò che è stupefacente di questo processo è che utilizza lo stesso principio che l’evoluzione fa negli organismi viventi.

Nel particolare, le ossa sono altamente efficienti nella crescita delle strutture interne per ottenere un rapporto peso-resistenza ottimale poiché aggiungono e rimuovono costantemente il materiale in risposta alle sollecitazioni provenienti dal loro ambiente.

Il software progettato da Adam Opel GmbH replica lo stesso processo: le generazioni ripetute della simulazione aggiungono materiale in cui è necessaria la forza e rimuovono il materiale ovunque non lo sia, creando un design che raggiunge la massima resistenza con una quantità minima di materiale.

L’idea quindi di Joris Laarmann è stata quella di creare una sedia usando questo algoritmo come strumento di scultura digitale ad alta tecnologia.

In sintesi, se Madre Natura avesse voluto creare una sedia, probabilmente assomiglierebbe ai risultati che ottenuti con la sedia Bone.

Realizzata in allumino, da un’unica colata, la superficie è liscia senza giunzioni o saldature.

The Bone Chair fa parte della collezione permanente del Rijksmuseum, Amsterdam, Museum of Modern Art, New York, Vitra Design Museum, Weil am Rhein, Centraal Museum, Utrecht, Museum fur Kunst und Gewerbe, Amburgo.




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