La scrivania Compas di Jean Prouvé

Jean Prouvé non era un architetto, né si considerava un designer o un artista: preferiva piuttosto definirsi un “costruttore”, termine con il quale si riferiva alla sua formazione da fabbro, alla sua ispirazione da ingegnere autodidatta e alla sua immancabile partecipazione al processo creativo.

Non faceva differenza tra design e produzione, né tra opere di architettura e mobili; nei suoi lavorio l’economia dei materiali, i metodi di assemblaggio e la visibilità della struttura emergevano sempre, indipendentemente dalla loro forma o portata.

Per la creazione di pezzi accessibili economicamente e facili da produrre in serie, ancora oggi di grande impatto, Prouvé utilizzo i materiali dell’industria aeronautica ed automobilistica.

La scrivania Compas, con la base a compasso che le dà il nome, è un elegante esempio di dell’essenza dello stile di Prouvé.

Costruita nella sua fabbrica di Maxéville nel periodo fra il 1947 e il 1953, la scrivania ha una struttura esposta, esplicita e in costante tensione.

Sin dai suoi primi lavori Prouvé aveva rifiutato di affidarsi a materiali più comuni, come l’acciao tubolare.

Il ripiano in legno laminato poggia su elementi in metallo lavorati con una pressa stampatrice e saldati tra loro, originariamente ricoperti da vernice di carrozzeria.

Nel corso degli anni la scrivania è apparsa in molteplici versioni, compresa quella che la vede abbinata a un set di cassetti in plastica disegnato da Charlotte Perriand.

Ogni fase della sua produzione nasceva dall’industria pesante, e ciascun esemplare forniva una cifra visiva unica ed inedita: i dettagli in metallo elegantemente curvato più che i mobili evocavano l’industria e l’architettura.

La struttura della scrivania Compas evidenzia inoltre un aspetto caratteristico dell’opera di Prouvé: la distinzione tra dimensioni e soluzione.

L’immagine del compasso ricorre in forme e dimensioni diverse nell’opera di Prouvè, per esempio nella veranda dell’edificio della Sécurité Sociale di Le Mans, nel progetto per l’interno Ecole de Villejuif a Parigi, o nel bar delle terme di Evian.

La disinvoltura e la versatilità della soluzione che queste applicazioni implicano, illustra una concezione della costruzione che richiede solo materiale, struttura e assemblaggio per dare vita a una bellezza svincolata dalle dimensioni.

A catalogo Vitra, prezzo circa 2.000,00 euro.

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