Una volta li chiamavano Vasi

Non c’è un abitazione al mondo che non abbia al suo interno almeno un vaso.

Questi oggetti accompagnano la nostra vita domestica fin dal periodo preistorico.

All’inizio grezzi e poco lavorati erano realizzati di materiale povero, di diffusa reperibilità basti pensare all’argilla e alla terracotta.

Anche qui il tutto nasce da una esigenza: conservare vivande e viveri e i pochi effetti personali dell’uomo antico.

Scienza e tecnica progrediscono, l’utilizzo di nuovi materiali si diffonde, l’esigenza iniziale si è in parte assopita e i vasi di oggi hanno assunto sempre di più una funzione decorativa e di riempimento di una casa.

Di questi tempi i designer cercano di creare qualcosa di diverso e di unico, a volte con linee curve altre vengono spesso reinterpretate e indurite in angoli e spigoli vivi.

Oggi come allora, i vasi mantengono però l’elemento decorativo diventando vere e proprie sculture che sono il frutto dell’evoluzione della società ma anche di un cambiamento profondo nelle abitudini, che non prevedono più questi oggetti come imprescindibili strumenti della quotidianità.

Il vaso adesso è un vezzo dove l’eleganza delle forme vince sulla funzionalità del prodotto, non è un male però, questo dà luogo alla nascita di nuove suggestioni che hanno come trait-d’union l’eleganza e l’armonia delle forme.

Vi riporto di seguito una selezione di vasi divenuti iconici:

Serie Bolle – Happy Pills e Vaso Fazzoletto di Venini

Disegnata nel 1966 da Tapio Wirkkala, sono realizzatai mediante la tecnica dell’incalmo. Molto complessa, consiste nell’accoppiare a caldo due forme soffiate, lungo la loro circonferenza, così da ottenere in uno stesso oggetto zone differenziate e solitamente di colore diverso.

Fu Tapio Wirkkala a valorizzare la tecnica ad “Incalmo” ed è per questo che la sua presenza in laguna (portando la scuola finlandese) rappresentò una fase importantissima che influenzerà profondamente il mondo vetraio muranese.

Nel 2012 Venini, immette nel mercato la serie Happy Pills, disegnata da Fabio Novembre che ripete la tecnica e gli stilemi della serie bolle.

Ma il simbolo di Venini, è il vaso Fazzoletto; disegnato nel 1948 da Fulvio Bianconi, da 70 anni è presente in tutte le esposizioni, le pubblicazioni ed in molti musei di tutto il mondo.

La particolare lavorazione di sovrapposizione a caldo di cinque strati di vetro (trasparente, rosso, lattimo, rosa, opaco) è seguita da un rapido movimento di rotazione che crea il sinuoso profilo caratteristico di questa celebre realizzazione di Venini.

La serie Bolle di Venini
La serie Happy Pills di Venini
Fazzoletto di Venini

Vaso Savoy di Alvar Aalto per Iittala

Il famoso architetto e designer Alvar Aalto nel 1936 per Iittala disegna questa strepitosa serie di vasi in vetro.

Una vera rivoluzione rispetto agli oggetti decorativi di quel periodo, che si fa strada, gettando le basi per un design senza tempo.

La collezione Alvar Aalto è alla base del moderno design scandinavo.

Semplice ma ribelle è la forma che si muove. Creato in una vasta gamma di colori e dimensioni, il vaso della collezione Aalto è diventato una vera icona.

Il vaso caratterizzato dalla forma fluida, organica e ancora oggi è prodotto nella fabbrica Iittala, dove ci vogliono sette artigiani per un singolo prodotto.

L’iconico Vaso Savoy di Alvar Aalto per Iittala
Una meravigliosa vista dall’alto

Vaso Tronco di Mario Botta per Alessi

Mario Botta lavorava al progetto di un vaso da fiori per Alessi dal 1994, muovendosi in un’area di confine tra artigianato, arte e design.

Tra il 2001 e il 2002 si è concentrato sul disegno di un vaso di acciaio inossidabile, dalle forme ispirate alla natura: un astratto e lineare tronco d’albero tagliato, con le sue diramazioni.

Vaso Tronco di Mario Botta per Alessi
Una vista che mette in evidenza la purezza dell’incastro delle forme

Vaso E-Li-Li di Doriana e Massimiliano Fuksas per Alessi

Disegnato nel 2005 dai noti archistar, E-LI-LI fa parte del progetto “Tea&Coffee Towers”, che comprende anche il set di due tazzine da caffè con sottotazza.

La forma di E-LI-LI richiama quella di un sottile foglio di carta piegato su se stesso, in un semplice gesto volto a creare il vano adatto ad accogliere i fiori. Il vaso, alto 37 cm, è prodotto nelle versioni in acciaio inossidabile 18/10 e in ceramica nera.

Semplicità allo stato puro
E-Li-Li di Alessi

Vaso Crevasse di Zaha Hadid per Alessi

Sempre 2005, un’altra archistar.

Crevasse è il vaso per fiori il cui  procedimento di lavorazione il taglio di un unico blocco di acciaio in modo da ottenere due vasi distinti complementari, capaci di vivere in coppia, ma anche singolarmente.

E’ realizzato in acciaio inossidabile 18/10 con rivestimento in PVD nella versione lucida, oro, bronzo, black metal e blue metal.

Crevasse di Alessi
Letteralmente due sculture

Vaso Tube di Martí Guixé per Alessi

Un semplice tubo in acciaio conserva più steli con i fiori che danno armonia all’ambiente.

Il progetto si basa su nuove tipologie pensate intorno al concetto che gli oggetti sono diventati uno strumento per percepire la realtà di tutti i giorni.

Si può comunicare con gli oggetti, come questo complemento d’arredo, e anche comunicare con le persone tramite gli oggetti.

Vaso Tube di Alessi una semplicità disarmante

Vaso Pinch di Adam Shirley per Alessi

Nasce dall’idea di trasformare con azioni semplici un elemento industriale grezzo in un oggetto d’uso.

Il designer ha utilizzato un tubo a sezione quadrata prima tagliato, poi chiuso ad una estremità con una base saldata e infine schiacciato all’altra estremità per ottenere una bocca stretta e larga.

La particolare forma del vaso, stretta e lunga, permette delle eleganti composizioni floreali, ma può essere utilizzata per un solo fiore con il gambo bloccato al centro.

Il vaso Pinch di Alessi
Una idea tanto semplice quanto originaria

 

Vaso Babyboop di Ron Arad per Alessi

Realizzato nel 2001 da Ron Arad, è un vaso scultoreo interamente realizzato in acciaio inossidabile 18/10.

Il concetto è quello di un contenitore “a blister”, ottenuto accoppiando due fogli di acciaio imbutiti e saldati.

La forma articolata rivela una certa complessità anche dal punto di vista tecnico-realizzativo.

Babyboop di Ron Arad per Alessi
in pieno stile Ron Arad

Vaso Duo di Antonio Facco per Cappellini

E’ un vaso monofiore in ceramica proposto nelle varianti del bianco e nero opaco.

Il vaso è l’espressione di un corpo, di uno stelo, di un organismo modulare che accostato al suo simile celebra un’unione indissolubile.

E’ infatti lo stesso fiore che attraversando entrambi i vasi, si manifesta come l’unico e sincero mezzo di unione degli elementi.

L’innovativo e iconografico vaso Duo di Cappellini

Vaso Chrystal ball di Matteo Zorzenoni per Cappellini

La collezione di vasi scultura Crystal Ball come dice il nome stesso, lega la fragilità del vetro al ricordo di un gioco d’infanzia, le magiche bolle che furono un cult negli anni ‘90, da qui prende spunto il nome della collezione.

L’idea del gioco, della leggerezza, si ritrova proprio in questi pezzi dove delle piccole basi in legno massello di frassino sbiancato, sorreggono delle grandi sfere, venendo così a creare uno sbilanciamento visivo tra pieno e vuoto, tra fragile e resistente.

Elegante nelle forme e nei colori
Il divertente vaso Chrystal ball di Cappellini

Vaso Stems di Leonardo Talarico per Cappellini

Io lo adoro. Nasce dalla fusione del linguaggio scultoreo con la perfezione della natura; è un vaso monofore, un oggetto d’arredo dalle linee pure, appena accennate, realizzato in tubo metallico che racconta l’intreccio fra due steli e rivela un’estetica sempre nuova, in base al punto di vista da cui viene osservato.

Il fiore che restituisce vitalità a questo progetto di matrice industriale e ne sottolinea l’aspetto poetico acquista valore nella struttura longilinea del vaso completando l’essenzialità concettuale delle forme definite dal designer.

Stems è proposto nelle varianti bianco e antracite.

Minimalismo allo stato puro
Eleganza senza tempo, Stems di Cappellini

 

Vaso Monofiore di Ronan Bouroullec per Cappellini

E’ sufficiente guardarlo, è diventato una icona.

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