La poltrona P40 di Osvaldo Borsani

In una intervista rilasciata alla rivista Ottagono nel 1973, Osvaldo Borsani disse «Quando noi utilizzavamo il vocabolo “design” lo facevamo con rispetto profondo perché si nominava un nuovo modo di pensare e di costruire: era una parola che usavamo solo noi, gli addetti ai lavori, mentre tentavamo, muovendoci in un contesto sordo, di spiegare, introdurre, divulgare i metodi della progettazione applicata all’industria.

Oggi non usiamo più questo termine, talmente è volgarizzato, talmente è usato a proposito e sproposito».

Nel 1955, Osvaldo Borsani progetta per Tecno la poltrona P40, una icona del design italiano, nota in tutto il mondo.

E’ difficile ripetersi dopo lo straordinario successo di due anni prima con il divano D70, presentato alla X Triennale del 1954, invece Borsani riesce nell’impresa.

Borsani lavora sull’idea del giunto meccanico per realizzare una poltrona con diversi movimenti in grado di corrispondere a diverse posizioni, soprattutto a uso relax.

Con il progetto della P40 Borsani provò a sviluppare tecnologicamente le potenzialità della classica chaise longue già proposta dai più celebri architetti del Movimento Moderno, cercando di superare la classica “poltrona da riposo” fissa e ingombrante, per ottenere una poltrona di dimensioni più ridotte, ma che con un agevole sistema d’inclinazione a ventaglio poteva accogliere il corpo dalle posizioni più distese fino a chiudersi anche del tutto, in tutta una serie di gradazioni.

E’ lo stesso criterio utilizzato nel divano D70, manella P40 rappresenta una evoluzione in chiave tecnologica della chaise longue.

Borsani reinventa, 27 anni dopo l’apparizione, la “macchina per riposare” di Le Corbusier, togliendole ogni rigidità.

Oggi la P40, nella sua prima edizione prodotta fino agli anni ’60, è esposta al MOMA di New York e San Francisco, al Centre Pompidou di Parigi, al Victoria and Albert Museum di Londra e, naturalmente, alla Triennale di Milano.

Il risultato è una poltrona relax ad elementi mobili, composta da un piedistallo di metallo che sostiene il sedile e lo schienale imperniati in modo da consentire tutte le inclinazioni, un elemento ribaltabile sotto il sedile che completa il piano di appoggio, un appoggia-piedi sfilabile di metallo e braccioli di acciaio e gomma.

L’imbottitura ha un rivestimento in tessuto o pelle. Tutta la struttura è in metallo verniciato in colore grigio piombo (dettagli in mettallo in finitura ottone) o nichel satinato (dettagli in metallo nella medesima finitura).

La poltrona P40 di Osvaldo Borsani per Tecno

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